Una situazione del tutto inattesa e al limite del surreale. Ma è reale. E interessa tutto il mondo.
Chi non la vive da vicino fa fatica a comprenderne la serietà, l’urgenza. Noi stessi Italiani, che non viviamo nelle regioni del nord più colpite, ma le guardiamo da vicino, sentiamo sconforto e solideriatà per il dolore e la fatica che stanno soffrendo, abbiamo paura che lo stesso incubo possa arrivare a noi, senza renderci conto, che il virus è già fra di noi, perchè poche migliaia di contagi che abbiamo in casa suonano niente confronto a decine di migliaia che hanno quelle region a pochi KM da noi….e allora pensiamo di essere immuni, come si pensa sempre, di tante altre malattie, finché, caso vuoi, colpisce anche te. Ma basta un contagiato che, ignaro di esserlo, faccia poca attenzione a proteggere gli altri intorno, per creare altri dieci contagiati….
L’esperienza che stanno vivendo le nostre famiglie, i nostri amici e conoscenti al nord, assomiglia ai racconti di guerra dei nostri nonni: ma non sono soldati cattivi che vengono a prenderti a casa e ti portano allo sterminio, sono medici, angeli che ti vengono a prendere e mettono la loro stessa vita a repentaglio per curarti e salvarti se possibile. Ma l’esperienza è molto simile! Ti portano via e non sai se tornerai, ai tuoi famigliari verrà comunicato fra qualche giorno come stai, o se sei morto(e, in questo caso, quando potranno avere le tue ceneri!)…..
Quindi tutto fermo, tutti in casa.
Anzichè viverla come una protezione che il paese ti riserva, qualcuno la vive come un castigo.
Stiamo a casa. E a casa scopriamo che non è facile stabilire un equilibrio di serena convivenza tra i compenenti della famiglia, un equilibrio che duri più di un w/e, non è facile, ma… devi trovarlo e anche in condizioni di costrizione, per qualcuno in spazi ridotti, senza uno sfogo all’aperto, …non è per niente facile.
Non è facile rinunciare alla tua consueta attività sportiva, alla tua vita sociale, alle più semplici abitudini quotidiane, perfino ai momenti di lavoro più frenetico, per qualcuno diventa un sacrificio grande.
Perchè fermarsi, guardarsi allo specchio, guardare chi è con te(se hai la fortuna di avere qualcuno con te) e parlarsi, non è scontato. Forse non siamo proprio abituati a farlo. Perchè? Perchè non è facile. E’ più facile correre e rimandare ad altro momento.
Ma ora sei costretto a casa, e dopo ore attaccato alla TV e a internet a raccogliere notizie per essere super informato, in attesa di quel picco che ok ora si scende e passa, capisci che non sarà proprio così veloce la faccenda….
La socialità virtuale raggiunge il picco perfino più velocemente del contagio.
Ma inizia anche un altro tipo di socialità, che non ha mai trovato spazio nella tua vita frenetica, la chiacchiera col vicino di casa, da balcone a balcone. Cantiamo insieme. Se ha bisogno mi chiami.
E si scoprono attività sempre un po’ snobbate, perchè figurati se ho tempo, ho da fare, mi annoia, sono stressato io per fare quella cosa, come fare il pane, yoga, cucinare, leggere, ascoltare musica, scrivere, giocare con un bambino, inventare giochi. Beh sì, non è male. Diventano nuovi argomenti di conversazione con gli amici, per telefono perchè hai il tempo di intrattenerti al telefono anziché comunicare con wa, e col vicino di casa, dal balcone naturalmente.
E pensare, pensare, pensare, cercare naturalmente un perchè a tutto questo. E rendersi sempre più consapevoli delle tante e importanti conseguenze che tutto questo comporterà.
E forse capire. Capire che la nostra terra è bella e ricca. Le risorse della nostra terra sono(sarebbero) infinite. I modelli che ci propone la nostra terra sono modelli perfetti. Calpestare e distruggere tutto ciò per rincorrere modelli assai meno perfetti, con mezzi assai meno ingegnosi, per trasformare la nostra terra in un pianeta assai meno bello e molto più povero, è assolutamente cretino.
Ma, l’uomo non è un animale intelligente?!?….
Forse facciamo in tempo ad aggiustare la rotta.